PREVENZIONE E RISCHI STRESS DA LAVORO - Eta', turnover e orari tra le cause piu' scatenanti
Data: 23/04/2012
Argomento: Sicurezza


20 aprile 2012. I risultati di un'indagine realizzata dalla Provincia di Bologna e che ha coinvolto i dipendenti di 13 aziende pubbliche e di 144 private. In generale le imprese sembrano ancora ai primi passi nell'adoperarsi per la valutazione obbligatoria del rischio. Rls e rspp coinvolti sono a livello formale



BOLOGNA - Che fatica invecchiare sul lavoro! Il passare degli anni a scapito delle fasce piu' giovani - fenomeno che, anche alla luce dei recenti interventi in campo pensionistico, aumentera' certo in termini sia quantitativi che di importanza - e' risultato essere il fattore che genera maggiore stress nelle imprese pubbliche e private nella provincia di Bologna (ma il dato, molto probabilmente, ha una valenza "territoriale" assai piu' estesa rispetto alla sola realta' felsinea). A rilevarlo e' stato una recente ricerca promossa dalla Provincia sulle modalita' di valutazione del rischio da stress-lavoro nelle aziende del territorio, realizzata nell'ambito di un progetto promosso col coordinamento tecnico dell'ente di formazione professionale "Futura SpA".

Industria: coinvolto soprattutto il settore manifatturiero. Lo studio, presentato ieri a Palazzo Malvezzi, e' basato sulla percezione che dello stress da lavoro hanno i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e i responsabili del servizio prevenzione e protezione (Rspp). "Sono state coinvolte 13 aziende pubbliche (per un totale di 34.800 addetti) e 144 private (di cui 98 appartenenti al settore manifatturiero) - ha spiegato l'assessore provinciale al Lavoro, Giuseppe De Biase - con l'intento di monitorare le modalita' e lo stato di avanzamento delle imprese del territorio nel compito di valutazione del rischio da stress lavoro-correlato, a fronte del disposto normativo che ne ha introdotto l'obbligo, individuando anche le principali difficolta' che incontrano nello svolgimento".

Altri fattori di "rischio": il turnover e l'organizzazione degli orari. Al problema dell'invecchiamento segue quello del turnover, "sia in caso di mancata applicazione che comporta un aumento dei carichi di lavoro, sia in caso di un processo troppo veloce e variabile - analizza una nota della Provincia - per cui non si riesce a inserire in modo efficace nell'organizzazione il nuovo entrato che, non di rado, dopo breve viene ulteriormente sostituito". In terzo luogo, la criticita' segnalata dalla ricerca e' quella dei turni, "specie notturni e festivi".

Operatori di call center e autisti dei bus i lavoratori piu' "stressati". Dalla ricerca emerge inoltre che i reparti a maggior rischio nel mondo della sanita' sono l'emergenza, le chirurgie, le oncologie, le geriatrie e le ortopedie. Nelle altre aziende pubbliche sono le attivita' di call center, gli sportelli al pubblico, quelle della Polizia municipale, dei conducenti di autobus e verificatori dei titoli di viaggio, dei servizi sociali, degli asili nido, della protezione civile e della security.

Un obbligo di legge ancora essenzialmente disatteso. Attraverso l'indagine, poi, "si e' spesso rilevato che gli Rls risultano formalmente coinvolti - continua la nota - ma in realta' senza partecipazione effettiva". Per quanto riguarda le imprese e la necessita' di affrontare il problema dello stress dovuto al lavoro, "in molte il percorso e' solo alle fasi iniziali, mentre altre hanno gia' individuato e realizzato le misure correttive - continua la nota - per controllare e migliorare la situazione".

Essenziale il contribuito diretto dei lavoratori. Elemento di "grande importanza" viene considerata la partecipazione dei lavoratori: "La lettura dell'organizzazione del lavoro e delle dinamiche interpersonali non puo' essere fatta da soli osservatori esterni - commenta De Biasi - ne' dalla sola visione del datore di lavoro". Il contributo dei lavoratori "aiuta a rappresentare la realta' delle condizioni lavorative, sia nel ricostruire gli aspetti organizzativi - continua l'assessore - sia nel fornire le percezioni che ognuno ha del proprio vissuto rispetto all'organizzazione stessa". Del resto, eliminare o contenere i fattori di stress "comporta benefici per la salute dei lavoratori, ma certamente anche vantaggi economici e sociali per tutti - conclude De Biasi - Agire a favore della sicurezza fa bene dunque sia alla produttivita' delle imprese che alla qualita' dell'occupazione".

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