Qualificazione: l'incremento non incide sulla verifica triennale
Data: 27/02/2007
Argomento: Attestazione Soa


Per l`Autorita` di vigilanza il controllo triennale va svolto sul fatturato al netto dell'incremento convenzionale premiante. In sede di controllo periodico alle imprese, va applicato il principio di maggior favore e dunque il calcolo della cifra d`affari da raggiungere non tiene conto del premio ottenuto in fase di attestazione.

 

A queste conclusioni e` giunta l`Autorita` di vigilanza sui contratti pubblici che ha reso nota la propria posizione in una nota del Servizio ispettivo.


Il problema era nato dal caso di un`impresa romana che nell`attestazione era riuscita a ottenere l`incremento convenzionale premiante previsto dall`articolo 19 del Dpr 34/2000. Si tratta del bonus riservato alle imprese che hanno una particolare solidita` patrimoniale evidenziata dai bilanci o hanno investito parecchio nell`attrezzatura tecnica. Con determinati indici, cioe`, si ottiene un aumento figurativo sia del fatturato che dei lavori analoghi.


Dopo tre anni e` scattato l`obbligo della verifica sul mantenimento dei requisiti. Un passaggio abbastanza morbido visto che la legge (articolo 15-bis del Dpr 34/2000) prevede un limite di tolleranza rispetto ai requisiti portati in fase di attestazione che puo` arrivare fino al 25 per cento. Come dire, per superare l`esame basta aver centrato nel quinquennio successivo all`attestazione almeno il 75% di quanto gia` fatto in termini di cifra d`affari, di organico e attrezzatura tecnica.


Ma, al momento della verifica, per quell`impresa il premio si e` rivelato un boomerang. Cosa era successo? In pratica la Soa a cui si era rivolta voleva utilizzare come punto di riferimento per misurare il mantenimento dei requisiti non gia` la cifra d`affari «pura», quella effettivamente realizzata dall`impresa, ma quella «gonfiata» dal bonus. Dunque il confronto avrebbe dovuto essere fatto con il fatturato raggiunto, aumentato dell`incremento premiante e non con quello effettivamente ottenuto. Ovvio che il confronto si sarebbe fatto molto piu` arduo.


Da qui il dubbio sulla legittimita` di questo comportamento. Sostenuta dall`Acer (l`Associazione dei costruttori romani) l`impresa ha scelto di rivolgere un quesito all`Autorita`, anche perche` si e` sentita dare risposte diverse dalle varie Soa: non tutte erano disposte ad avallare questo comportamento rigido. C`era anche qualcuna che, invece, riteneva possibile parametrare la verifica ai soli requisiti al netto dell`incremento. E che cosi` si e` comportata con i propri clienti.


La risposta dell`Autorita` e` arrivata: il 30 gennaio scorso. Purtroppo da quando il quesito e` stato inviato - il 12 febbraio del 2006 - e` passato praticamente un anno. Un periodo di tempo infinito per chi dipende da quel certificato per acquisire commesse pubbliche.


Nel frattempo molte verifiche sono state portate a termine. Resta pero` il principio, tutto a favore dell`impresa sancito dall`Authority che sara` comunque valido per tutte le prossime verifiche. E l`organismo di via di Ripetta ha stabilito che: «In sede di verifica triennale, la valutazione che la Soa e` chiamata a effettuare.., deve ispirarsi a parametri che siano coerenti con quelli adottati in sede di prima qualificazione». E dunque la valutazione del rapporto percentuale tra costo del personale, valore dell`attrezzatura e cifra d`affari in lavori va fatta - si legge ancora nella nota - «tenuto conto della cifra d`affari che scaturisce dai dati contabili dei bilanci relativi ai cinque esercizi antecedenti alla stipula del contratto originario».

Valeria Uva

Edilizia e Territorio







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