TERRE E ROCCE DA SCAVO - In arrivo Decreto che disciplina tale materia
Data: 13/09/2012
Argomento: Lavori Pubblici


E' in arrivo il decreto interministeriale (Ambiente e Infrastrutture) che disciplina la gestione delle terre e rocce da scavo e delle matrici materiali da riporto, come previsto dall'art. 49 del decreto legge n. 1/12 (Decreto Liberalizzazioni). A seguito dell'assenza di obiezioni dell'UE allo schema di decreto entro i termini previsti, ne e' stata confermata implicitamente la compatibilita' con la normativa comunitaria.



Ricordiamo che il Dl n. 1/2012 ha introdotto una novita' rilevante per il materiale da scavo che non e' più considerato come rifiuto (e smaltito come tale), ma ''sottoprodotto'' e pertanto puo' essere riutilizzato, secondo condizioni definite in un successivo decreto del Ministro dell'ambiente di concerto con il Ministro delle infrastrutture. La nuova disciplina prevede che il sottoprodotto deve essere originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante e il cui scopo primario non sia la produzione di tale sostanza od oggetto; deve essere utilizzato nel cantiere direttamente, senza essere stato sottoposto ad alcun ulteriore trattamento che ne alteri l'impatto ambientale.

Nelle previsioni contenute nella bozza del decreto, tuttavia, sono state riscontrate da ANAEPA-Confartigianato delle criticita', che potrebbero avere ripercussioni sulle imprese artigiane dell'edilizia: in particolare, il medesimo Dm non contiene alcun limite quantitativo di cubatura dello scavato che esenti dall'applicazione delle nuove norme i cantieri che prevedono scavi di piccola entita' (sotto i 6000 m³).

Proprio al fine di evitare aggravi in termini di costi e di adempimenti tecnico-amministrativi per le piccole imprese per gli scavi di dimensioni minori che danno origine a terre e rocce, si rendono necessarie specifiche procedure semplificate. Pertanto, ANAEPA di concerto con la Confederazione, ha messo a punto un emendamento (vedi allegato) che quantifica gli scavi di piccola entita' fissando il limite a 6000 m³, in coerenza con quanto gia' previsto dall'art. 266, co. 7 del Testo Unico Ambientale (Dlgs 3 aprile 2006, n. 152).

Tale emendamento, di immediata operativita', e' incluso in un pacchetto di proposte di semplificazione su diverse materie, presentato nei giorni scorsi al Ministro Patroni Griffi come R.ETE. Imprese Italia, che dovrebbe essere inserito in un provvedimento di prossima emanazione da parte del Governo (Decreto Crescita-bis).

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