2017, ANNO CHIAVE PER IL MERCATO ELETTRICO DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE: si da il via ad un percorso di avvicinamento delle piccole imprese al mercato libero di energia e gas.
Data: 25/11/2016
Argomento: Impianti Tecnologici


2017, ANNO CHIAVE PER IL MERCATO ELETTRICO DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE: si da il via ad un percorso di avvicinamento delle piccole imprese al mercato libero di energia e gas.

Fonte. confartigianato.it

Mancano quaranta giorni all’inizio del 2017, anno chiave per il mercato elettrico delle Micro e Piccole Imprese (MPI), ma l’orizzonte non è sgombro da nubi: nel prossimo anno, infatti, parallelamente all’avvio di un percorso di avvicinamento delle piccole imprese al mercato libero di energia e gas, sarà attuata la riforma degli oneri generali di sistema che potrebbe generare extra costi per le MPI italiane, riducendone la competitività e compromettendo la fragile ripresa in corso.

Gli oneri generali di sistema rappresentano una voce nei costi delle aziende che ha registrato una vera e propria escalation.

L’analisi dei conti delle Amministrazioni pubbliche dell’Istat evidenzia che la voce di Oneri di sistema fonti rinnovabili e imposte sull’energia elettrica – pur pesando solo il 2,1% del totale delle imposte indirette – ha determinato il 25,6% dell’aumento tra il 2005 e il 2015 e di conseguenza in dieci anni il peso sul PIL è triplicato, passando dallo 0,3% nel 2005 allo 0,9% del PIL nel 2015.

A fine 2016 nella bolletta elettrica di una MPI il costo per gli oneri (37,9%) è pari a quello della materia energia (38,0%).

Come segnalato nelle osservazioni di Confartigianato al documento per la consultazione dell’Autorità 255/2016/R/EEL è evidente lo squilibrio della distribuzione degli oneri a sfavore delle imprese in bassa tensione che generano un terzo (33,8%) della domanda elettrica delle imprese ma pagano quasi la metà (46,3% del totale) degli oneri generali di sistema riferito alle utenze non domestiche; sulla base di questa distribuzione l’attuale sistema di prelievo degli oneri risulta fortemente regressivo: una piccola impresa in bassa tensione paga una tariffa al kWh per oneri generali di sistema che è 3 volte quella pagata da una grande impresa in alta tensione.

Una riforma degli oneri generali di sistema che aggravasse ulteriormente questa componente di spesa sulle MPI amplierebbe il gap di prezzo con i competitor europei che ad oggi – nonostante il trend di riduzione degli ultimi due anni – è di difficile sostenibilità: nel primo semestre 2016 il costo medio per la MPI tipo dell’Indice Confartigianato è di 18,50 centesimi di euro/kWh ed è superiore del 22,3% (+4,49 c€/kWh) rispetto al prezzo europeo di 15,13 c€/kWh: la MPI tipo italiana paga un costo dell’energia elettrica di 2.023 euro superiore a quello di un competitor europeo di analogo profilo.

Il persistere di questo divario di costo per le piccole imprese influisce sulla perdita di competitività per l’economia italiana: tra i 14 indicatori pubblicati la scorsa settimana da Eurostat – utilizzati nella valutazione del meccanismo di allerta della Commissione europea sulle finanze pubbliche dei Paesi membri – la variazione percentuale delle quote di mercato delle esportazioni in cinque anni segna un calo del 2,8% per la Germania e del 5,4% per la Francia, mentre la riduzione arriva all’8,9% per l’Italia.

Le ragioni dell’insostenibilità di un rincaro degli oneri per le MPI sono state oggetto di una lettera inviata lo scorso mese di ottobre dal Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti al Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda.

La riforma degli oneri coinciderà con l’avvio della Tutela Simile, in cui le piccole imprese ancora in Tutela dovrebbero essere incentivate ad andare sul mercato libero grazie ad uno sconto praticato dagli operatori una tantum rispetto alle tariffe di Maggior Tutela: l’iniziativa riguarda l’amplia platea del 53,3% delle utenze e del 9,8% dei consumi del mercato non domestico e per accompagnare le piccole imprese in questo percorso complesso, ad oggi, Confartigianato ha già ricevuto dalle Associazioni del sistema una sessantina di richieste di accreditamento presso Acquirente Unico.

Uno scenario più che realistico potrebbe vedere i benefici dello sconto più che compensati dall’aggravio degli oneri, con una perdita di fiducia da parte dei piccoli imprenditori nei confronti dei meccanismi di mercato.

Fonte: confartigianato.it

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