Una carneficina che conta ben 1.376 morti l'anno dal 2000 al 2006. Sono i 'caduti' sul lavoro in Italia, persone che perdono la vita in cantieri, fabbriche, campi agricoli e strade della penisola a un'età media di 37 anni.
Dal 2003 al 2006, i morti sul lavoro in Italia sono stati 5.252. Un numero decisamente alto se paragonato, ad esempio, ai 3.520 militari della coalizione caduti in Iraq dall'inizio della seconda guerra del Golfo (aprile 2003) all'aprile 2007. A scattare una fotografia degli infortuni sul lavoro in Italia è l'Eurispes con il patrocinio del presidente della Commissione Attività Produttive della Camera, Daniele Capezzone.
Ogni anno, nel nostro Paese, muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. Poco meno del 70% (circa 850) perdono la vita per cadute dall'alto di impalcature nell'edilizia, ribaltamento del trattore in agricoltura o in un incidente stradale nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L'età media degli infortuni si aggira sui 37 anni. Gli infortuni sul lavoro costano alla comunità, ogni anno, 50 miliardi di euro.
Quanto alla distribuzione territoriale degli incidenti, la magia nera va alla Lombardia con 183 infortuni mortali nel 2005, seguita a stretto giro dall'Emilia Romagna (136 morti) e dal Lazio (105 morti). In fondo alla classifica si colloca invece la Valle d'Aosta con 2 morti sul lavoro nel 2005.
"Il rapporto è francamente impressionante", osserva Capezzone sottolineando che è necessario "intensificare i controlli sulle imprese" anzichè "vessarle in modo eccessivo dal punto di vista fiscale".
E poi, "bisogna intervenire, eliminandolo, sul meccanismo appalti/sub-appalti" dato che circa l'85% degli incidenti mortali avviene proprio nell'ambito dei sub-appalti.
fonte:
http://www.modena2000.it
