UNA DELLE PRINCIPALI incognite del riscaldamento globale e' legata alla velocita' con cui si stanno progressivamente fondendo i maggiori ghiacciai del pianeta.
Tutti i tentativi in corso in Groenlandia e in
Antartide per calcolare il ritmo di tale processo di fusione – e
conseguentemente prevedere la rapidita' di innalzamento del livello dei mari –
sono complicati da un fenomeno denominato “rimbalzo post-glaciale” della
crosta terrestre. In sostanza, quando la crosta si libera della sua calotta
ghiacciata vecchia di millenni, ruota leggermente, e poi torna alla posizione di
partenza.
Nel primo progetto su larga scala volto a cercare di
correggere tale fenomeno, gli scienziati di un team di ricerca internazionale
hanno setacciato in lungo e in largo quest'estate la Groenlandia con
l'obiettivo di installare ventiquattro stazioni a Gps continuo nei letti di
roccia costieri della regione. Le stazioni sono inoltre dotate di pannelli
solari ed enormi batterie, che ne consentono l'alimentazione anche durante gli
inverni particolarmente rigidi.
A meta' agosto e' stata installata una stazione alta
un metro nei pressi di Ilulissat, sulla costa occidentale della Groenlandia. I
membri della squadra di insediamento erano ricercatori provenienti da Danimarca,
Lussemburgo e Stati Uniti. Nei giorni scorsi, un altro team composto da Mike
Willis, dottorando dell'Ohio State, e Thomas Nylen, ingegnere dell'Unavco di
Boulder, si e' spinto in aereo fino alla costa orientale, per installarne una
analoga nei pressi di Kulusuk.
Le stazioni servono a rilevare le oscillazioni
laterali e verticali della crosta terrestre fino al millimetro. Quel che e' piu'
importante, trasmettono costantemente i risultati delle proprie osservazioni.
Tali dati permettono agli altri sensori – che monitorano le variazioni di
altitudine, le alterazioni nel gettito dei ghiacciai e la massa complessiva
delle grandi calotte ghiacciate – di mostrarsi di gran lunga piu' accurati
nella misurazione della velocita' del calo di ghiaccio. Entro fine anno,
nell'ambito dello stesso progetto, il team internazionale intende installare
ancora altre sedici stazioni del genere in Antartide.
Le nuove unita' dovrebbero rivelarsi particolarmente
utili nell'agevolare il compito di un sistema satellitare della Nasa
denominato Grace (Gravity Recovery and Climate Experiment). Grace calcola la
massa delle calotte ghiacciate ogni trenta giorni, deducendola dalle alterazioni
nella spinta gravitazionale. Malgrado il sistema abbia per certi versi
rivoluzionato la comprensione delle alterazioni dei ghiacciai da parte degli
scienziati, non e' in grado di indicare con precisione in quali aree della
calotta si stiano verificando i cali di massa. E non puo' correggere
direttamente le anomalie legate al fenomeno del rimbalzo post-glaciale.
Le calotte ghiacciate della Groenlandia e
dell'Antartide contengono abbastanza ghiaccio da innalzare il livello dei mari
di settanta metri, qualora si fondessero completamente. Negli ultimi anni,
sempre piu' fattori indicano una progressiva accelerazione della diminuzione
della massa dei ghiacciai. Le informazioni supplementari fornite dall'attivita'
delle stazioni a Gps continuo potrebbero aiutare i ricercatori a migliorare
l'accuratezza dei loro calcoli in merito.
di
© Technology Review
fonte: magazine.enel.it