Una task-force dei carabinieri a tutela del lavoro nero.
Data: 21/09/2007
Argomento: Sicurezza


I vertici nazionali dell'Arma hanno istituito un nuovo gruppo di lavoro specializzato in questo genere di problematica e hanno anche individuato il capoluogo lariano come centro di riferimento per tutto il Nord Italia.

Parte da Como la nuova battaglia dei carabinieri contro il lavoro nero, la manodopera clandestina, gli appalti irregolari.
I vertici nazionali dell'Arma hanno istituito un nuovo gruppo di lavoro specializzato in questo genere di problematica e hanno anche individuato il capoluogo lariano come centro di riferimento per tutto il Nord Italia.

Il nuovo nucleo - denominato 'Gruppo di Tutela del Lavoro' - parlera' doppiamente comasco.

Non soltanto la sede del gruppo e' stata individuata nel capoluogo lariano, esattamente nella caserma Venini (l'ex distretto militare), ma pure il comando sara' affidato a un comasco, seppure d'adozione. Il comando generale dell'Arma dei carabinieri ha infatti deciso di assegnare la responsabilita' del gruppo al colonnello Filippo Scibelli, in servizio sul Lario dal 1997 e da cinque anni alla guida del reparto operativo di via Borgovico.

Incarico, quest'ultimo, che l'alto ufficiale dell' Arma ha ovviamente dovuto lasciare per assumere il nuovo ruolo.

«Il gruppo che andiamo a costituire si occupera' di coordinare i nuclei carabinieri degli uffici del lavoro di tutto il Nord Italia, compresa l'Emilia Romagna - ha sottolineato ieri Scibelli incontrando la stampa al secondo piano del comando provinciale - Le attivita' dovrebbero partire con una decina di militari che partiranno subito con l'attivita' ispettiva. Ci occuperemo, in particolare, della lotta al lavoro sommerso, agli appalti irregolari, ai cantieri abusivi, all'ingresso in Italia di clandestini che lavorano poi nel nostro Paese».

Scibelli ha mostrato di gradire il ruolo che gli e' stato affidato. «È un incarico importante - ha detto - che assumo, se mi e' possibile dirlo, con orgoglio, anche se naturalmente dopo dieci anni provo altrettanta tristezza nel lasciare i collaboratori validi e preparati con i quali ho condiviso momenti estremamente difficili ma anche sfide esaltanti, sfide peraltro che abbiamo sempre vinto».

La centrale operativa del 'Gruppo di Tutela del Lavoro' sara' insediata come detto nella caserma Venini, fino a pochi anni fa sede del distretto militare di Como. Il nuovo comando iniziera' a lavorare all'inizio del mese di ottobre.

Nella stessa sede del neonato gruppo, entro la fine del 2008, dovrebbe poi trasferirsi anche il comando provinciale dei carabinieri di Como.

A margine della presentazione del 'Gruppo di Tutela del Lavoro', sempre ieri mattina, lo stesso colonnello Scibelli ha avuto modo di dare le consegne 'in pubblico' al suo successore alla guida del reparto operativo, il maggiore Massimiliano Rocco. L'ufficiale, originario di Napoli (curiosa coincidenza, visto che anche Scibelli viene dal capoluogo campano), ha 35 anni e, dopo un'esperienza in Sicilia, negli ultimi tre anni e' stato in servizio a Mestre (Venezia).

Per Scibelli e' stata un'occasione per ripercorrere i dieci anni di attivita' sul Lario. «Ricordo un servizio allo stadio per una partita del Como - ha detto - La squadra ospite era il Napoli e in quell'occasione non erano mancati gli scontri tra le tifoserie. Lavorare in quella occasione ha avuto un sapore molto particolare perche' Napoli e' la mia citta'».
«La prima, vera prova del fuoco, pero', e' stato il tragico omicidio di don Renzo Beretta, il parroco di Ponte Chiasso ucciso nel gennaio del 1999 - ha aggiunto il colonnello - Le indagini sono scattate immediatamente e in poche ore il responsabile, un extracomunitario, e' stato individuato e fermato. Una prima sfida importante vinta dalle forze dell'ordine».

Il periodo piu' difficile per l'ormai ex comandante del reparto operativo sono stati senza dubbio questi ultimi mesi.

«Gli ultimi mesi sono stati davvero impegnativi per me come per tutti i militari del reparto operativo. A distanza di pochissimo tempo si sono verificati prima l'omicidio suicidio dei coniugi di Catasco di Garzeno, quindi la strage di Erba. Le indagini sono state particolarmente complesse e delicate, perche' si e' trattato di eventi davvero drammatici e inevitabilmente e' stato un periodo, per noi, di grandissima tensione. Dopo dieci anni di servizio e' naturale un certo rammarico nel lasciare questo incarico - ha concluso Scibelli - ma sono al contempo orgoglioso del nuovo ruolo che mi e' stato assegnato, al comando di un gruppo importante che, tra l'altro, avra' come fulcro proprio Como, una citta' che ormai sento mia e che credo meriti di diventare un punto di riferimento».

Anna Campaniello

fonte: corrieredicomo.it







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