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LAVORO E SICUREZZA - Per il ministro Sacconi l'attivita' ispettiva e' insufficiente, serve condivisione
16/04/2010

15 aprile 2010. Il ministro del Lavoro interviene al question time: "Le competenze del dicastero sono residuali". L'intenzione: avviare una concertazione con le Regioni perche' controlli e verifiche siano distribuiti tra piu' soggetti "forti"



ROMA - L'attivita' ispettiva va maggiormente condivisa e controlli e verifiche vanno distribuiti tra piu' soggetti "forti": l'incidente alla centrale Enel di Torrevaldaliga Nord deve indurre a riflettere in merito a una concertazione in materia con le Regioni. Questa l'intenzione espressa dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ieri in occasione del question time. "Il governo ribadisce la propria partecipazione al dolore della famiglia e dei tanti amici e collaboratori di Sergio Capitani", ha detto il titolare del dicastero di via Flavia. Nel cantiere "sono state fatte molte ispezioni per diversi profili, non solo quelli relativi a sicurezza e salute. Vi operano circa 300 imprese per 3mila dipendenti. E sono stati prodotti oltre 100 verbali di contravvenzione in ambito penale con successiva denuncia di circa un centinaio di datori di lavoro. Altre attivita' sono in corso anche attraverso opportuni incroci con la Guardia di Finanza".

Il ministro ha precisato, cosi', come "la magistratura stia operando in merito, chiamando a collaborare anche la Direzione provinciale del lavoro. Struttura, tuttavia, che non e' competente per la verifica circa il rispetto delle regole nell'ambito della centrale". Una situazione - secondo Sacconi - che ha evidenziato come l'attivita' ispettiva sia "insufficiente": un problema che deve indurre l'esecutivo e il Parlamento a un ripensamento complessivo. "La competenza in materia di salute e sicurezza con l'eccezione dell'ambito ferroviario ed edile e' delle aziende sanitarie locali", ha aggiunto. "La competenza delle attivita' ispettive del ministero del Lavoro e', dunque, residuale solo per ferrovie e cantieri edili. Noi stiamo, quindi, cercando di realizzare opportune integrazioni. Lo stesso Testo Unico le ipotizza, ma parliamo di comitati consultivi, di comitati di indirizzo, di commissioni. Abbiamo bisogno di qualcosa di piu'".

"Le norme che si devono applicare sono quelle previste dal'articolo 26 del recente Testo Unico", ha spiegato il ministro. "E cosa dicono? Che il datore di lavoro committente nei confronti di una societa' in appalto deve accertarsi che questa impresa appaltatrice abbia la professionalita' per svolgere quel compito, deve scambiare informazioni sulle lavorazioni e sullo stato dei luoghi con l'impresa o con i lavoratori autonomi che sceglie e deve coordinarsi con l'impresa stessa o con i lavoratori autonomi per evitare situazioni di pericolo per le loro maestranze. Inoltre un lavoro del tipo di quello in atto presso la centrale Enel di Civitavecchia richiede la redazione del cosiddetto documento unico di valutazione dei rischi in modo che siano considerati in essi anche i contratti stipulati dalle parti sui costi relativi alla sicurezza. Insomma le regole ci sono e sono chiare. La magistratura accertera' le responsabilita'".

Al di la' degli esiti delle indagini, pero', ipotizza il ministro, le ispezioni vanno distribuite tra piu' soggetti preposti allo scopo. "Il precedente governo Berlusconi aveva voluto cambiare la Carta costituzionale, riportando al centro la competenza in materia di salute e sicurezza. Poi la bocciatura di quel cambiamento ha mantenuto le competenze totalmente in capo alle Regioni", ha concluso Sacconi. "Ma io mi adoperero' in questo senso, anche in termini concertati con le Regioni, perche' l'attivita' ispettiva sia condivisa. Questa situazione e' insufficiente".


Fonte: Inail.it

 


 
 
 
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