15 aprile 2010. Il ministro del Lavoro interviene al question time: "Le
competenze del dicastero sono residuali". L'intenzione: avviare una
concertazione con le Regioni perche' controlli e verifiche siano distribuiti tra
piu' soggetti "forti"
ROMA - L'attivita' ispettiva va maggiormente condivisa e controlli e
verifiche vanno distribuiti tra piu' soggetti "forti": l'incidente alla
centrale Enel di Torrevaldaliga Nord deve indurre a riflettere in merito a
una concertazione in materia con le Regioni. Questa l'intenzione
espressa dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ieri in occasione del
question time. "Il governo ribadisce la propria partecipazione al dolore della
famiglia e dei tanti amici e collaboratori di Sergio Capitani", ha detto il
titolare del dicastero di via Flavia. Nel cantiere "sono state fatte molte
ispezioni per diversi profili, non solo quelli relativi a sicurezza e salute. Vi
operano circa 300 imprese per 3mila dipendenti. E sono stati prodotti oltre 100
verbali di contravvenzione in ambito penale con successiva denuncia di circa un
centinaio di datori di lavoro. Altre attivita' sono in corso anche attraverso
opportuni incroci con la Guardia di Finanza".
Il ministro ha precisato, cosi', come "la magistratura stia operando in merito,
chiamando a collaborare anche la Direzione provinciale del lavoro.
Struttura, tuttavia, che non e' competente per la verifica circa il
rispetto delle regole nell'ambito della centrale". Una situazione - secondo
Sacconi - che ha evidenziato come l'attivita' ispettiva sia "insufficiente":
un problema che deve indurre l'esecutivo e il Parlamento a un ripensamento
complessivo. "La competenza in materia di salute e sicurezza con l'eccezione
dell'ambito ferroviario ed edile e' delle aziende sanitarie locali", ha aggiunto.
"La competenza delle attivita' ispettive del ministero del Lavoro e', dunque,
residuale solo per ferrovie e cantieri edili. Noi stiamo, quindi, cercando di
realizzare opportune integrazioni. Lo stesso Testo Unico le ipotizza, ma
parliamo di comitati consultivi, di comitati di indirizzo, di commissioni.
Abbiamo bisogno di qualcosa di piu'".
"Le norme che si devono applicare sono quelle previste dal'articolo 26 del
recente Testo Unico", ha spiegato il ministro. "E cosa dicono? Che il
datore di lavoro committente nei confronti di una societa' in appalto deve
accertarsi che questa impresa appaltatrice abbia la professionalita' per svolgere
quel compito, deve scambiare informazioni sulle lavorazioni e sullo stato dei
luoghi con l'impresa o con i lavoratori autonomi che sceglie e deve coordinarsi
con l'impresa stessa o con i lavoratori autonomi per evitare situazioni di
pericolo per le loro maestranze. Inoltre un lavoro del tipo di quello in
atto presso la centrale Enel di Civitavecchia richiede la redazione del
cosiddetto documento unico di valutazione dei rischi in modo che siano
considerati in essi anche i contratti stipulati dalle parti sui costi relativi
alla sicurezza. Insomma le regole ci sono e sono chiare. La magistratura
accertera' le responsabilita'".
Al di la' degli esiti delle indagini, pero', ipotizza il ministro, le ispezioni
vanno distribuite tra piu' soggetti preposti allo scopo. "Il precedente
governo Berlusconi aveva voluto cambiare la Carta costituzionale, riportando al
centro la competenza in materia di salute e sicurezza. Poi la bocciatura di quel
cambiamento ha mantenuto le competenze totalmente in capo alle Regioni", ha
concluso Sacconi. "Ma io mi adoperero' in questo senso, anche in termini
concertati con le Regioni, perche' l'attivita' ispettiva sia condivisa. Questa
situazione e' insufficiente".
Fonte: Inail.it
|