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Politica: Si dimette il Commissario anticorruzione
20/12/2006

Si dimette il commissario anticorruzione "Impossibile una politica seria" Pesanti accuse all'esecutivo: "Vogliono cancellare l'ufficio". Fiore all'occhiello dell'ufficio, le due inchieste sulle gare d'appalto dell'Anas, l'indagine sull'Asl di Vibo Valentia e sui concorsi universitari e le vendite di immobili Inps.

ROMA - Con una lettera inviata al presidente del Consiglio, l'Alto Commissario per la lotta alla corruzione Gianfranco Tatozzi, si è dimesso. Una decisione che lo stesso Tatozzi definisce "irrevocabile". "Con l'applicazione del decreto Bersani - spiega il commissario - finiranno per sopprimere definitivamente l'ufficio. In Italia, una seria politica anticorruzione non è possibile". Tatozzi, ex magistrato di Cassazione, è stato nominato nell'ottobre 2004, su proposta del precedente governo. Tra i compiti del suo organismo "la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione".

Fiore all'occhiello dell'ufficio, le due inchieste sulle gare d'appalto dell'Anas, l'indagine sull'Asl di Vibo Valentia e sui concorsi universitari e le vendite di immobili Inps. In corso anche un'inchiesta sulla Federazione Italiana Gioco Calcio. "Il budget del mio ufficio - spiega Tatozzi - è di 6,5 milioni all'anno eppure io, sia nel 2005 che nel 2006, ho contenuto le spese a 3 milioni di euro perchè sono sensibile al problema del taglio delle spese, ma non posso sopportare che l'esecutivo cancelli definitivamente il Commissariato.

Quarantatrè dipendenti più tre magistrati per combattere la corruzione, eppure il primo ministro attuale neppure mi ha mai incontrato. E se qualcuno adesso dice che devo andare via perchè mi ha proposto Berlusconi e adesso c'è un premier diverso, allora io dico: che ci mettano qualcun altro a dirigere 'sto ufficio e vedremo poi i risultati".

Due giorni fa - in coincidenza con le polemiche suscitate dalla norma contenuta nel maxi-emendamento alla Finanziaria che avrebbe comportato una sorta di 'colpo di spugna' per i reati contabili - Tatozzi aveva già lamentato una "allarmante insensibilità alla lotta alla corruzione". Tatozzi ha più volte puntato l'indice contro "i reiterati e ostinati tentativi" di arrivare alla soppressione dell'alto commissario Anticorruzione. Un primo tentativo, poi fallito, era riconducibile al ddl Nicolais sulla semplificazione che prevedeva la cancellazione della struttura. Ma il rischio imminente di chiusura è ora rappresentato - ha più volte lamentato Tatozzi - dall'articolo 29 del decreto Bersani, che prevede la chiusura degli enti che entro il prossimo 4 gennaio non provvedono a un riordino con Dpr. "Non c'è sicuramente tempo per noi - aveva detto - questo è un tentativo silente e surrettizio per cancellare l'alto commissario Anticorruzione".

20/12/06 fonte: http://www.repubblica.it

 


 
 
 
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